giovedì 27 dicembre 2007

AUGURI A TUTTI. ANCHE A CHI...

Giunti al termine di questo benedetto 2007, si ha la netta sensazione di trovarsi ad assistere, oltre che all'astronomicamente inevitabile fine di un ennesimo giro del povero Pianeta attorno alla sua fulgida Stella, con contemporaneo inizio di un nuovo tragitto d'identico percorso, anche all'inizio e alla fine di ben alttre cose, che, per il momento ci è alquanto difficile definire con chiarezza, sicché, affinchè tutto possa filare liscio, o almeno si possano limitare al massimo i disastri, ci si sente motivati a scambiarsi i consueti auguri per il nuovo anno caricando gli stessi di particolari significati ed intendendo scongiurare particolari ansie.
Nel variopinto mondo della politica interna, ad esempio, sembrano ormai chiare e scontate solamente due cose: che nulla appare più chiaro e scontato a nessuno, neppure agli addetti ai lavori, e che un'intera epoca è ormai in agonia, per non dire già conclusa. Il bello starà ora nel vedere che cosa il nuovo anno, e insieme la nuova stagione politica, ci riserverà.
Il bipolarismo "vecchia maniera", per intenderci quello che ci ha tenuto compagnia all'incirca negli ultimi tredici anni, è agli sgoccioli; ciò che ne prenderà il posto potrà significare un perfezionamento del sistema da esso indiscutibilmente prodotto, basato su principi quali l'alternanza al potere tra due idee contrapposte ad ogni lizza elettorale e la scelta diretta da parte dei cittadini dei capi di governi tendenzialmente destinati a durare per l'intera legislatura, oppure potrà contribuire ad indebolire tale stato di cose, anche se non sarà facile sradicarlo subito del tutto, reintroducendo elementi di infausta memoria quali elezioni a metodo proporzionale e con le "mani libere", ed alleanze di governo e capi degli esecutivi decisi nei "palazzi", soltanto dopo il voto.
Auguri, quindi, per il nuovo anno a chi dovrà decidere, a questo punto, della sorte del Paese: del rafforzamento di conquiste degne di una vera democrazia moderna ed ormai bene o male molto radicate, ovvero della loro gettata alle ortiche.
E auguri soprattuto agli italiani, che non meriterebbero politicanti cui passasse anche soltanto per l'anticamera del cervello di privarli del diritto acquisito di potersi scegliere direttamente, votando, alleanza e programma di governo nonchè persona del primo ministro. Queste, sia ben chiaro, sono condizioni assolutamente irrinunciabili qualunque sistema elettorale venga alla fine adottato: maggioritario, proporzionale o con il televoto in diretta durante una trasmissione di Raffaella Carrà; tedesco, spagnolo, turco o kenyota.
Qualcuno ha affermato che il bipolarismo in Italia non funzionerebbe, che sarebbe superato, che farebbe addirittura "schifo": Quel bipolarismo, miei cari signori, pure "all'italiana" e con tutti i difetti possibili e immaginabili, sta alla base del buon funzionamento di Regioni, Province e Comuni che è sotto gli occhi di tutti; sta assicurando governi (buoni o cattivi, non daremo giudizi in questa sede) insediati per un'intera legislatura o almeno di una durata sufficiente per potere concludere qualche cosa, e non al potere ciascuno per qualche mese, come avveniva in una Prima Repubblica sotto questo aspetto da dimenticare; ha fatto dire all'ex, o post, fascista Fini che il nazismo dell'Olocausto fu il "male assoluto", e all'ex, o post, comunista Veltroni che nazismo e comunismo furono più o meno la stessa cosa; ha, insomma, piano piano tolto dai ghetti dell'antisistema forze che, trovando le condizioni idonee ed incentivanti, hanno potuto integrarsi ed essere recuperate alla politica "vera" di un paese democratico, da giocarsi tra avversari alternativi l'uno all'altro, ma reciprocamente rispettosi e condividenti una base di valori assolutamente fondamentali.
Proseguimento ideale del processo di riforma sulla via di una democrazia davvero moderna e funzionale può essere senz'altro quello nella cui direzione sembra andare la formazione del Partito Democratico, da una parte, e del Partito della Libertà dall'altra: la semplificazione della vita politica mediante l'accorpamento in due grandi entità, una di cetrodestra e l'altra di centrosinistra, di partitini-cespuglio sostanzialmente omogenei tra loro e la cui stessa sopravvivenza come soggetti distinti non risponde perciò più ad alcuna esigenza logica o di utilità (alzi la mano, ad esempio, chi sa dire quale grande differenza "ideologica" passi tra un'Udeur di Mastella e un'Italia dei Valori di Di Pietro perchè gli stessi non possano stare in un'unico soggetto, magari priprio il PD, dov'è peraltro già confluita la loro consimile Margherita).
Allora, auguri di buon anno e di buon lavoro a chi sinceramente si adopera per un futuro politico dell'Italia sempre più all'insegna del potere dei cittadini di scegliere direttamente alleanza di governo e premier, dello sfoltimento degli ormai totalmente inutili partitini e di un panorama di conseguenza più semplice e chiaro in grado di ripristinare la fiducia degli italiani nella propria classe politica. Un augurio particolare, ovviamente, al cavalier Berlusconi, per il buon fine della sua sfida lanciata a quanti, nel suo stesso schieramento, stentano a comprendere che è proprio di questa unità nella lotta per restituire al più presto al Paese un buon governo e il prestigio di cui ha sacrosanto dirtto che si alza forte la domanda della base elettorale dell'attuale opposizione.
E auguri, comunque, anche a chi sembra invece remare nel senso opposto, convinto che, dalla saggia strada imboccata anni fa, sia ormai giunto il momento di discostarsi radicalmente; chissà che non sia proprio lui a necessitare più di tutti dei nostri sinceri auspici.
Auguri vivissimi- per cambiare completamente argomento, ma con immutata preoccupazione per destni ed immagine dei nostri connazionali - ai tanti nostri uomini e donne impegnati nella lotta a terrorismi e a varie minaccie per la pace al'interno e al di fuori dei confini nazionali, in territori dove la situazione è già alquanto calda (Afghanistan) o potrebbe diventarlo (Libano, Balcani), affinchè non venga loro mai meno il sostegno del Paese, e l'esigenza della loro sicurezza e capacità di operare non venga mai dopo irresponsabili pregiudiziali ideologiche o meschine tattiche di politica interna.
Auguri a chi, dai cambiamenti che bollono in pentola per il nuovo anno, si aspetta qualche positiva novità su stipendi, prezzi, tasse, occupazione, mutui, qualità della vita in generale: E auguri anche a chi dovrà fare in modo che queste aspettative vengano deluse il meno possibile, anteponendole ai propri interessi di parte o di poltrona.
Insomma, auguri a tutti. A chi dorà avere e a chi dovrà dare. Comunque la pensi.

Tommaso Pellegrino