sabato 12 luglio 2008

I COMICI CHE NON FANNO PIU' RIDERE NON DEVONO ESSERE I PADRONI DELLA SCENA

Con l'ultimo post pubblicato su questo blog, risalente ormai a quasi due mesi fa, ci eravamo lasciati in una situazione che sembrava preludere all'instaurarsi di un clima politico finalmente soddisfacente, o quanto meno da paese "normale", in un'Italia fino ad allora travagliata (l'assonanza di questa parola con il cognome di uno dei massimi animatori delle più squallide esibizioni, di piazza e non di piazza, da sempre miranti a mantenere il livello del confronto tra le parti politiche nazionali il più possibile lontano dai canoni di civiltà e rispetto reciproco auspicabili in ogni paese, è puramente voluta) da una contrapposizione quasi violenta tra i due schieramenti del precedente imperfetto bipolarismo, dall'eccessiva eterogeneità e numerosità dei partitini che componevano i medesimi ed alla presenza al loro interno di flange estremiste che rendevano difficile l'assunzione di posizioni comuni e quindi l'azione di governo.
Con l'avvento dell'attuale esecutivo targato centro-destra, sostenuto da una maggioranza parlamentare più che solida, una nuova epoca sembrava infatti sul punto di inaugurarsi: blocchi di maggioranza e di opposizione finalmente sufficientemente omogenei, estromissione dalle Camere delle formazioni estremiste di entrambi i versanti, quasi un bipartitismo con non più di un paio di gruppi parlamentari per parte, definizione di ruoli chiari e distinti e perciò niente "inciuci", certo, ma anche niente avversione pregiudiziale e buoni propositi di disponibilità al dialogo e alla collaborazione "bipartisan" laddove possibile ed auspicabile.
Appunto a quasi due mesi da quell'esordio, non si può fare a meno di notare quanto il quadro idilliaco appena descritto appaia, purtroppo, non poco deturpato.
La squadra Berlusconi non ha perso tempo ad avviare i programmi per i quali gli italiani le avevano affidato il timone del Paese, e lo ha fatto con una determinazione alla quale non si era più abituati e che ha offerto inevitabilmente il destro agli attacchi strumentali di coloro che, quando si trovavano essi stessi al governo, si trovarono impossibilitati ad operare con analoga incisività a causa della debolezza della loro maggioranza e delle divisioni interne.
Così, ecco che norme istituite a tutela di minori nomadi ridotti peggio che in schiavitù dagli adulti del loro stesso popolo sono diventate "razziste"; altre, che istituiscono una immunità per i massimi vertici dello Stato (immunità prevista anche in altri paesi civili a tutela anche dello stesso diritto degli elettori di essere governati da chi hanno votato) sono state bollate come "ad personam" nell'esclusivo interesse del premier; persino provvedimenti a favore delle classi meno abbienti come l'abolizione dell'ICI prima casa, la Robin Tax e la "card" per anziani sarebbero bazzecole di pochissimo conto, quando non misure dannose o addirittura umilianti, e avanti di questo passo.
Nel campo dell'opposizione, rispetto a quanto sembrava profilarsi due mesi fa, la degenerazione della situazione è stata paurosa.
Per le ultime elezioni, il buon Veltroni aveva lasciato a piedi quello che, al confronto, può ritenersi un perfetto gentiluomo come il socialista Boselli, solo perchè questi non voleva saperne di integrarsi totalmente nel PD, ed aveva invece imbarcato il più illiberale, forcaiolo ed antigarantista ex magistrato della storia patria, siccome questi aveva finto di accettare la condizione di entrare, dopo, in un unico gruppo parlamentare con il Walter nazionale. Poi, l'ex magistrato forcaiolo il gruppo parlamentare unico si è guardato bene dal farlo e si è buttato a pesce, anzi, a riempire il vuoto lasciato dalla scomparsa dal Parlamento della sinistra radicale, quale alimentatore del vecchio, perfido odio antiberlusconiano pregiudiziale, che si pensava pressochè archiviato all'atto del varo del nuovo governo. E' di questi giorni la rottura forse definitiva dell'ex magistrato forcaiolo con Veltroni, il quale, nella praticabilità di un'opposizione civile, probabilmente crede ancora e gli ha imposto l'aut-aut: o con me, o con qei nuovi compagni di strada che ti sei scelto.
Già, perchè il nostro ha scelto di affiancarsi, nella sua lotta anti-cavaliere, ai patetici ex comici e tristi figuri vari che, nel corso della manifestazione romana di pochi giorni fa, hanno dato il peggior spettacolo di inciviltà e di volgarità che potessero dare, con tanto di offese inaccettabili dirette al Papa, al Presidente della Repubblica e a chi più ne ha ne metta, al punto da indignare non solo il capo dell'opposizione più istituzionale, Veltroni, ma persino molti degli stessi esponenti dell'ultrasinistra recentemente uscita dal Parlamento e di altri antiberlusconiani di ferro come il regista Nanni Moretti, che Dio non voglia dovessimo, di questo passo, finire per rimpiangere.
Per comportamenti di questo genere non ci dev'essere indulgenza. Per l'inciviltà e l'intolleranza, niente tolleranza. Quei comici che non fanno più ridere non devono essere i padroni della scena. Fare satira è un diritto e fa ridere, ma la loro non è più satira.
Sotto le luci della ribalta deve tornare lo spettacolo di una politica sana e seria, di governo e di opposizione.
Tommaso Pellegrino

1 commento:

marshall ha detto...

Come ho anticipato nel mio commentario, questo post è in perfetta sintonia col mio pensiero. E' esattamente come me lo sarei aspettato.

Personalmente, aggiungerei un vivo plauso a Veltroni che ha avuto la forza di quasi rompere col forcaiolo. E fatto da me, dal mio pulpito, questo complimento ha valore almeno triplo che se fatto a un PDellino.

Per quanto riguarda il comportamento dei comici e del giustizialista, essi, secondo me, si comportano come se vivessero in un altro paese o sulla Luna. Non hanno capito la gravità del momento e che quindi, in quanto tale, occorre darsi una smossa e una mano reciproca, superando gli antagonismi politici, gli interessi di partito, i personalismi, le invidie. Non hanno capito che occorre prendere il "toro per le corna". Il fondo della situazione economica mondiale non è ancora stato toccato. Forse ci si prospetta un periodo analogo a quello che si era venuto a creare nel'29, e quindi non sappiamo che cosa ci si dovrà attendere.
Il fallimento della più grande agenzia mondiale specializzata in mutui per l'acquisto di case, agenzia che lo stato federale americano avrebbe dovuto salvare in tutti i modi, è un segnale premonitore che il peggio potrebbe arrivare. E allora, per questo apprezzo quanti si metteranno sulla stessa barca di Berlusconi, a remare. Quasi disprezzando, invece, e non curandomi di quanti remeranno contro, rendendo così più difficoltoso l'approdo. Ma forse coloro s'illudono - pura illusione - di non aver nulla da perdere da un deterioramento della situazione economica mondiale e della vita politica nazionale.